La quercia
Ho conosciuto un tempo
in cui del mondo intero
avrei fatto scempio,
ma non di quell’albero,
della quercia discreta
eletta per longevità
ad esser la segreta
delle volubili passioni
dell’ingrata umanità.
Reca sul tronco incisioni,
firma di lama o fuoco,
della mano che l’ha inflitte
per passatempo o gioco.
Io non ho parole scritte,
ma dell’animo il riflesso:
ho cambiato i panni
ma in fondo sono lo stesso.
Cosa sono dieci dei miei anni
pel tuo essere ancestrale?
Un soffio di brezza dal mare.
Ricordo di bambino,
ramo piegato dal vento,
che incrocia con te il cammino
per fuggire dal tormento.
© Mario Cipollone